Abitudini alimentari: tra novità e resistenze

Viviamo in un mondo sempre più inquinato da tanti punti di vista. Sicuramente anche la scarsa qualità e l’eccesso di cibo giocano un ruolo fondamentale nell’esplosione di epidemie e degenerazione dello stato di salute a cui assistiamo quotidianamente: aumento dei tumori in generale e soprattutto nei bambini, allergie, diabete, malattie autoimmuni e cardiovascolari, problemi comportamentali e autismo, obesità e sovrappeso, problemi cognitivi legati all’invecchiamento, solo per citarne alcuni.

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L’impatto delle abitudini alimentari sulla salute

Spesso, quindi, viene quasi istintivo cercare di aiutare almeno le persone che ci stanno più vicine a cambiare abitudini e stile di vita, magari anche per quanto riguarda le scelte alimentari, ma purtroppo proprio in questo ambito può succedere di incontrare le resistenze maggiori.

 

Come superare le resistenze al cambiamento delle abitudini alimentari

Per riuscire ad essere più persuasivi, convincenti ed efficaci ci può venire in aiuto il modello dei sette livelli di giudizio di George Ohsawa, colui che è considerato il padre della macrobiotica.

Il modello dei sette livelli di giudizio di George Ohsawa

Secondo questo modello, esistono diversi livelli di giudizio che guidano le nostre propensioni e le nostre scelte, da quello più basilare, ovvero il giudizio meccanico, a quello più evoluto, ovvero il giudizio comprensivo.

Livelli che influenzano le nostre scelte

Ora vedremo brevemente quali sono i sette livelli di giudizio, con particolare riferimento a quelli che influenzano anche le nostre scelte in ambito alimentare, in modo da avere degli appigli efficaci per aiutare le persone nel processo di cambiamento.

  • Livello meccanico: è il livello delle scelte inconsapevoli, istintive, per quanto riguarda il cibo gli alimenti devono essere funzionali al buon funzionamento dell’organismo e fornire tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno, in altre parole la meccanica del corpo deve funzionare: qualità del sonno, digestione, funzionalità intestinale, ecc.;
  • Livello sensoriale: questo livello è legato al piacere, il cibo deve essere buono, gustoso, dare piacere, anche questo livello gioca un ruolo molto importante, tanto che a volte decidiamo di mangiare un alimento che ci provoca piacere pur sapendo che a lungo andare potrebbe essere dannoso per il nostro benessere, ad esempio il cioccolato o l’alcool;
  • Livello sentimentale: questo livello è legato alle emozioni, ai ricordi, alle tradizioni, e ci porta a scegliere alimenti che ci danno benessere a livello emotivo (il piatto della nonna, i piatti della tradizione); in questo ambito anche il contesto diventa importante, ad esempio una tavola ben apparecchiata ha sicuramente un forte influsso sul nostro stato emotivo. Infine anche le scelte etiche rientrano in questo ambito, ad esempio il desiderio di preservare le risorse della terra o la volontà di non esercitare violenza sugli animali e quindi optare per una dieta vegetariana o vegana;
  • Livello intellettuale: questo livello è più legato al piano cognitivo e quindi riguarda la componente più “biochimica” del cibo, quella di cui si occupa la scienza della nutrizione, fattori come i nutrienti, le calorie, ecc. e ha sicuramente un peso minore rispetto ai primi tre;
  • Livello sociale: questo livello interviene nel momento in cui ci rendiamo conto di vivere e interagire con altre persone in un contesto sociale nel quale siamo tutti interdipendenti e quindi iniziamo a comprendere che le nostre scelte non riguardano solo noi, ma anche la società e l’ambiente nel quale viviamo. Cambiare alimentazione può contribuire a tutelare l’ambiente e gli animali, a ridurre l’aggressività che caratterizza la nostra epoca, a ridurre il problema della fame nel mondo, delle malattie mentali, i costi della sanità;
  • Livello ideologico: questo livello di giudizio riguarda la crescita spirituale di una persona, la sua evoluzione, e fa presa sulla consapevolezza che ciò che mettiamo nel nostro corpo influenza anche il nostro spirito e la nostra mente;
  • Livello comprensivo: questo è il livello di massima evoluzione, quando una persona raggiunge questo livello ha la consapevolezza che aiutare gli altri ha risvolti positivi anche per se stessa, si vive nella consapevolezza della propria unicità ma anche dell’appartenenza a un unico infinito.

 

Le strategie per cambiare le abitudini alimentari

I livelli che influenzano maggiormente le nostre scelte sono sicuramente i primi tre, ecco perché, nel momento in cui vogliamo provare a coinvolgere qualcuno in un cambiamento delle abitudini alimentari, è importante che il cibo dia una sensazione di benessere, che sia buono e che provochi piacere a livello emotivo.

Benefici fisici del cambiamento delle abitudini alimentari

Una leva importante potrebbero essere i benefici fisici legati a un cambio di alimentazione: maggiore energia, migliore qualità del sonno, regolarità intestinale, qualità della pelle, controllo del peso corporeo, ma anche miglioramento dell’umore, della memoria, dell’atteggiamento nei confronti della vita.

Educare il palato

Un altro fattore molto importante è il palato: il nostro palato è un “organo” che cambia, certo ci vuole del tempo, ma cambiando le basi della dieta, pian piano anche il gusto cambia e di conseguenza i desideri. Da qui l’importanza di “educare” il palato soprattutto nei bambini, cercando di ritardare il più possibile il contatto con gusti “forti”, “estremi”, sia per quanto riguarda il dolce, sia per quanto riguarda il salato.

Il ruolo delle tradizioni alimentari

Per quanto riguarda il livello sentimentale-emotivo, una buona strategia potrebbe essere quella di proporre piatti della tradizione, ai quali siamo legati, magari in una versione rivisitata e un po’ più salutare.

 

Consigli pratici per migliorare le abitudini alimentari

Vi lascio ora qualche consiglio generale per aiutarvi in questo compito:

  • L’alimentazione media ha una percentuale molto elevata di grassi e zuccheri e il palato ne sente subito la mancanza, quindi soprattutto all’inizio, e con i bambini e i ragazzi in particolare, è bene non lesinare su olio e condimenti di buona qualità, così come sui dolci, sempre con una particolare attenzione alla qualità, introdurre piatti “golosi” e con una buona percentuale di grassi come hummus, chips di verdure, tofu e tempeh anche fritti, falafel e polpette, frutta secca, piatti ricchi con un bel soffritto, ecc.; potrebbe aiutare anche usare malto per dolcificare e offrire frutta e dolci cremosi come mousse di frutta e budini;
  • Preparare sempre un primo piatto a base di cereali per “riempire” la pancia; cambiando alimentazione il corpo potrebbe assimilare meno e quindi potrebbe esserci più fame, oltre ad avere in tavola verdure e legumi;
  • Curare la colazione per evitare i classici cali di energia a metà mattina (se vuoi qualche idea per la colazione, puoi leggere qui);
  • Fare cambiamenti graduali, magari usando all’inizio cereali semi-integrali per poi passare a quelli integrali, cercando di creare versioni più “sane” di piatti che si consumano abitualmente;
  • Soprattutto all’inizio mangiare prevalentemente a casa: in questo modo è più facile creare ordine e consolidare una nuova routine;
  • Cercare di semplificare la vita e aiutarsi con quello che si trova, senza mai rinunciare alla qualità(legumi in barattolo, qualche zuppa pronta, pane di buona qualità, ecc.);
  • Non creare stress, ma proporre il cambiamento come un processo graduale, da affrontare con calma e serenità, senza timore di essere giudicati o di sentirsi “diversi” o “esclusi” a livello sociale, ma piuttosto come un viaggio alla scoperta di ingredienti e sapori nuovi, da affrontare con curiosità, gioia e leggerezza.

 

Conclusione: il valore di un cambiamento graduale nelle abitudini alimentari

Certo, non sarà facile, ma credo che ne valga la pena! Cambiare le abitudini alimentari richiede tempo, pazienza e costanza, ma i benefici che ne derivano sono innegabili, sia a livello fisico che emotivo.

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