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Oggi vorrei parlarvi del tempeh, uno dei miei cibi preferiti, ma sicuramente uno dei più “ostici” per quasi tutti coloro che si avvicinano alla cucina plant-based.
La prima volta che l’ho assaggiato, non posso certo dire che mi abbia entusiasmato, e infatti è dovuto passare del tempo prima che lo provassi di nuovo, ma poi ho imparato a cucinarlo, a valorizzarlo, e ora lo consumo almeno una volta alla settimana…vediamo se riesco a convincervi!
Il tempeh è un alimento della tradizione orientale, in particolare dell’Indonesia.
È un prodotto fermentato e quindi altamente digeribile.
Nella versione tradizionale viene fatto partendo dai fagioli della soia che vengono parzialmente cotti, in modo da ammorbidirli. A questo punto si devono aggiungere un composto acidificante (di solito aceto) e un fungo, il Rhizopus oligosporus, che faccia partire il processo di fermentazione.
I fagioli di soia vengono poi di disposti in panetti all’interno di sacchetti di plastica per uso alimentare che vengono lasciati fermentare in un’incubatrice per 24 ore a una temperatura costante di 30°C.
È importante avere la possibilità di controllare la temperatura perché durante la fermentazione si crea calore, con il rischio che si formino sostanze dannose per la salute dell’uomo. Al termine della fermentazione avrete un panetto compatto, in cui i semi sono tenuti insieme da una rete di miceli bianchi che si sono creati appunto durante il processo di fermentazione.
A volte potrebbe capitarvi di trovare delle macchie nere o grigie di spore sulla superficie del tempeh: si formano se la temperatura è troppo bassa o se c’è una ventilazione eccessiva, ma non compromettono né la qualità né il sapore del prodotto.
Vediamo ora quali sono i principali vantaggi legati al consumo regolare del tempeh:
Vediamo invece quali sono i potenziali aspetti negativi:
In commercio lo potete trovare sotto forma di panetti compatti, più o meno grandi. Una volta aperto, se non lo consumate tutto, potete conservarlo in frigorifero per qualche giorno. È inoltre possibile congelarlo.
Come ho già detto, il tempeh tradizionale è a base di soia, ma in realtà potrebbe capitarvi di trovarlo anche a base di altri legumi, soprattutto ceci e piselli; non sono invece adatte le lenticchie perché non contengono una quantità sufficiente di grassi.
Così come il seitan, in genere anche il tempeh non si usa per la preparazione di rimedi o piatti curativi specifici, ma è sicuramente un buon alimento da introdurre nella dieta. In particolare, però, quello a base di soia è ricco di fitoestrogeni ed è quindi indicato per le donne che si avvicinano o stanno vivendo la menopausa.
Il primo consiglio che posso darvi è di sottoporre il tempeh a una sorta di precottura, ovvero una cottura piuttosto neutra, ad esempio in un brodo vegetale, in una soluzione a base di acqua e salsa di soia o tamari o semplicemente facendolo bollire in acqua, in modo da togliere il classico retrogusto amaro che lo caratterizza e che spesso non piace al primo assaggio.
A tal fine potete disporre i panetti in una padella bassa, coprirli con il liquido e farli cuocere finché sarà in parte assorbito e in parte evaporato.
A questo punto il vostro tempeh è pronto per essere aggiunto alle varie preparazioni: potete farlo saltare in padella, marinarlo e passarlo in forno, potete friggerlo al naturale, infarinato (io vi consiglio di usare la farina di riso integrale) o impanato, potete sbriciolarlo per fare un ragù vegetale, potete stufarlo con o senza verdure, aggiungerlo a uno spezzatino, potete tagliarlo a fette sottili da insaporire e aggiungere a panini e tramezzini, potete usarlo per arricchire un’insalata o delle verdure stufate, saltate o al forno, potete usarlo come ripieno per ravioli e involtini, potete lavorarlo in modo da ottenere un impasto morbido, potete usarlo per arricchire degli spiedini… insomma, avete l’imbarazzo della scelta!
L’industria alimentare mette a disposizione tantissimi prodotti a base di tempeh già pronti per l’uso, a volte semplici come potrebbe essere il tempeh alla piastra, a volte più elaborati. In ogni caso il mio consiglio è di leggere sempre l’etichetta perché spesso a questi prodotti vengono aggiunti tantissimi ingredienti nocivi per la nostra salute come zuccheri, conservanti, stabilizzanti, ecc., e soprattutto inutili, con il rischio che la scelta a favore di un prodotto sano si riveli poi controproducente per la nostra salute!
Il tempeh, con i suoi pro e contro, può essere un valido alleato nella nostra dieta, soprattutto se siamo alla ricerca di alternative vegetali alle proteine animali. Conoscere le sue caratteristiche, saperlo utilizzare correttamente e in modo equilibrato, ci permette di godere dei suoi benefici senza incorrere in problemi di salute. Esplorare il tempeh e le sue varianti ci offre l’opportunità di diversificare la nostra alimentazione in modo sano e consapevole.
Se volete saperne di più, se avete dubbi o domande o se vi interessa una consulenza individuale potete contattarmi scrivendo a info@ibuonisani.it oppure chiamando il 329_6915419
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