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Quando si parla di dolcificanti, probabilmente la prima parola che viene in mente è “zucchero”. Non voglio dedicare troppe attenzioni a questo prodotto, che sia bianco, integrale, di canna o chi più ne ha più ne metta, ma vediamo di fare un po’ di chiarezza:
A questo punto vi starete chiedendo: allora come facciamo a dolcificare?
Prima di iniziare la nostra carrellata dedicata ai dolcificanti, è doverosa una precisazione: la sola forma di zucchero che il nostro corpo è in grado di utilizzare è il glucosio, quindi attenzione al fruttosio non contenuto nella frutta perché, per essere utilizzato, può essere metabolizzato solo dal fegato dove, se in eccesso, si trasforma in grassi e potrebbe creare problemi di steatosi epatica (fegato grasso).
Inoltre, un consiglio sempre valido è quello di cercare di abituare il palato a sapori meno dolci e usare dolci semplici e di buona qualità. Due opzioni interessanti per soddisfare la voglia di dolce possono essere la frutta cotta (anche con il kuzu) e il kanten o mousse di frutta (trovate molte ricette sul nostro sito www.ibuonisani.it).
Vediamo ora quali sono i principali dolcificanti, più o meno tradizionali, cercando di capire quali è meglio usare e quali è meglio evitare.
FRUTTA FRESCA/DISIDRATATA: l’uso della frutta è un buon modo per dolcificare senza creare sapori troppo dolci che, come abbiamo visto, disturbano i reni e la milza.
La frutta fresca si può aggiungere alle varie preparazioni in pezzi, grattugiata o frullata, mentre la frutta disidratata (prugne, albicocche, un po’ meno l’uvetta e magari meglio lasciare datteri e fichi per le occasioni speciali) si può frullare ed eventualmente diluire con un po’ d’acqua o bevanda vegetale se non fosse sufficientemente morbida.
Da un punto di vista energetico la frutta cotta ha un effetto molto rilassante, mentre la frutta cruda crea umido e debole
AMASAKE: è un dolcificante molto equilibrato a base di cereali (in genere miglio e riso) fermentati con il koji. Si trova già pronto o si può preparare in casa, ha un sapore dolce molto gradevole e non troppo forte, è un alimento fermentato e quindi ottimo anche per il nostro intestino.
MALTO DI RISO/MALTO D’ORZO: è un ottimo dolcificante anche per un uso quotidiano. È uno zucchero protetto, ovvero completo delle vitamine e sali minerali che servono per metabolizzarlo, con una percentuale di zuccheri semplici pari al 50%, e soprattutto un dolcificante che è cibo in quanto ottenuto dalla fermentazione di riso e orzo.
Contiene maltosio, un disaccaride composto da due molecole di glucosio, e quindi immediatamente utilizzabile dal nostro organismo, e una minima percentuale di fruttosio.
SCIROPPO D’ACERO: anche questo dolcificante rientra nella categoria cibo, contiene una percentuale di zuccheri semplici pari al 70% circa.
Viene estratto da piante che crescono in un clima freddo (yin) e questo lo rende più yang rispetto ad altri dolcificanti. Contiene però saccarosio, e quindi fruttosio, e ha anche un sapore decisamente dolce, quindi meglio lasciarlo per le occasioni speciali. Ha il vantaggio di non contenere glutine.
SCIROPPI DI CEREALI: sono dolcificanti piuttosto raffinati, contengono una percentuale di zuccheri semplici pari al 80% e sono più dolci rispetto al malto. Sono il frutto di una doppia fermentazione e quindi sono molto più yin del malto. A differenza del malto non contengono glutine e quindi sono adatti a chi ha problemi di celiachia e/o intolleranza al glutine.
MIELE: ha il vantaggio di essere un prodotto naturale e di rientrare nella categoria cibo, ma ha una serie di aspetti che lo rendono indicato per un consumo saltuario: ha un sapore molto dolce, contiene un’elevata percentuale di zuccheri semplici (85%) e ha una forte componente yin, in quanto è ottenuto dalla parte più yin del fiore, il polline, ed è frutto di una fermentazione.
POLIOLI/POLIALCOLI: sono dolcificanti estratti da piante e lavorati in laboratorio, nelle etichette li troviamo con il finale -olo (sorbitolo, mannitolo, xilitolo, maltitolo, eritritolo).
Spesso vengono consigliati perché tendono a non favorire la formazione di carie e non impattano sulla glicemia, possono però avere un effetto lassativo e hanno un sapore troppo dolce che li rende molto yin, oltre ad essere così raffinati da non contenere più nulla della materia prima originale.
STEVIA: è un altro dolcificante che va molto di moda perché non ha calorie e non impatta sulla glicemia, ma ha un effetto molto forte sull’organismo. Ha un sapore 300 volte più dolce dello zucchero ed è ottenuta da un processo di sintesi in laboratorio partendo dalle foglie di una pianta di origine tropicale, tutti aspetti che la rendono molto yin.
AGAVE: è un altro dolcificante che sarebbe meglio evitare in quanto estremamente raffinato e ad alto contenuto di zuccheri semplici (99%), in particolare fruttosio, con tutte le conseguenze negative che abbiamo già visto. Inoltre ha un sapore estremamente dolce che indebolisce reni, milza e pancreas.
In conclusione, quando si tratta di dolcificanti, la scelta più saggia è quella di orientarsi verso prodotti naturali e meno raffinati, prestando attenzione alle quantità e alle frequenze di consumo. Abituare il palato a sapori meno dolci e preferire dolci semplici e di buona qualità può fare una grande differenza nella nostra salute e benessere.
Se volete saperne di più, se avete dubbi o domande o se vi interessa una consulenza individuale potete contattarmi scrivendo a info@ibuonisani.it oppure chiamando il 329_6915419
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