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Siccome in Italia il sorgo è un cereale quasi sconosciuto, oggi iniziamo con qualche ricetta per prendere confidenza!
Vellutata di cappuccio rosso, mele e mandorle con sorgo: https://ibuonisani.it/ricette/vellutata-di-cappuccio-rosso-mele-e-mandorle-con-sorgo/
Sorgo con pesto di rucola e basilico al profumo d’arancia: https://ibuonisani.it/ricette/sorgo-con-pesto-di-rucola-e-basilico-al-profumo-darancia/
Il sorgo è uno dei cereali più diffusi al mondo, ma in Italia è ancora poco conosciuto. Tante volte mi capita, quando lo consiglio tra i cereali da consumare abitualmente o quando lo propongo nei menù del ristorante, che la gente mi guardi sorpresa, chiedendosi di cosa sto parlando.
Il sorgo è originario dell’Africa, ma si è poi diffuso in tutto il mondo, dall’Africa all’Europa e dall’America all’Oriente, e a tutte le latitudini. Ha infatti bisogno di pochissima acqua e si adatta facilmente a climi diversi, l’importante è che non faccia troppo freddo. Oggigiorno è il quinto cereale più coltivato al mondo, dopo riso, mais, grano e orzo.
Il nome latino del sorgo è Sorghum vulgare ed è anche detto “saggina”: infatti, oltre ad essere destinato al consumo umano e animale, viene usato anche per la produzione delle omonime scope.
Pur non godendo di grande popolarità, anche da un punto di vista nutrizionale è molto interessante. È una fonte importante di carboidrati complessi, a lento assorbimento, con tutta una serie di vantaggi per la nostra glicemia.
Contiene inoltre molte fibre, che aiutano il buon funzionamento dell’intestino e rallentano l’assorbimento degli zuccheri. Infine è ricco di sali minerali, soprattutto ferro, ma anche calcio e magnesio, così importanti per la buona salute delle nostre ossa.
Infine è un cereale senza glutine, quindi adatto a chi è intollerante e/o allergico al glutine o per chi soffre di celiachia.
Il sorgo si può consumare innanzi tutto in chicco, che tra le altre cose ha il vantaggio di restare bello croccante e compatto, con una piacevole consistenza in bocca.
Come avviene per gli altri cereali, lo troviamo anche sotto forma di farina per la produzione di vari prodotti da forno.
Ricordate però che se volete usare la farina di sorgo insieme ad altre farine per la panificazione o la realizzazione di lievitati, non deve superare il 30% del totale delle farine per non comprometterne la lievitazione (si tratta di farina senza glutine).
Infine lo troviamo in fiocchi, soffiato, ma anche sotto forma di pasta e gallette.
In genere va lavato accuratamente perché, così come avviene per tutti i cereali integrali, è “sporco”.
Volendo si può anche metterlo in ammollo, ma non è necessario perché ha una cottura piuttosto veloce ed è facilmente digeribile. Il fatto di metterlo in ammollo, però, riduce il contenuto di fitati, ovvero quegli “anti-nutrienti” che nell’intestino tendono a legarsi soprattutto al ferro e al calcio, riducendone l’assorbimento: è quindi un accorgimento interessante per chi soffre, ad esempio, di osteoporosi.
A differenza di quanto avviene per i legumi, se si mette in ammollo già lavato, si può usare la stessa acqua anche per la cottura.
Un’altra buona abitudine è di cuocerlo per assorbimento, ovvero con la giusta quantità di acqua in modo da non doverla scolare, perché in questo modo butteremmo via tanti preziosi nutrienti che vengono rilasciati durante la cottura.
È bene usare pentole in acciaio con il fondo spesso.
Il procedimento corretto prevede appunto di sciacquare accuratamente il cereale, metterlo nella pentola, aggiungere l’acqua (in genere il rapporto è 1:2), portare a bollore, salare o aggiungere un pezzettino di alga kombu, abbassare al minimo, coprire e far cuocere finché l’acqua sarà tutta assorbita (per essere sicuri che non ci sia più acqua, potete fare un buchino al centro della pentola con il manico di un mestolo di legno).
A cottura ultimata, potete togliere la pentola dal fuoco e lasciare riposare il cereale qualche minuto, prima di aggiungerlo alle vostre preparazioni.
Un vantaggio dei cereali in chicco è che si possono cuocere in abbondanza e conservare per due o tre giorni in frigorifero, meglio se sconditi, in modo da averli sempre pronti per creare piatti ogni giorno diversi.
Grazie alla sua piacevole croccantezza, è molto indicato per la preparazione di insalate estive insieme a verdure e legumi, ma a me piace soprattutto nelle vellutate perché, grazie alla sua croccantezza, crea un piacevole contrasto con la cremosità delle verdure.
Se volete saperne di più, se avete dubbi o domande o se vi interessa una consulenza individuale potete contattarmi scrivendo a info@ibuonisani.itoppure chiamando il 329_6915419
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